31-01-2014 Febbraio 2014 - Auditorium Roma - Sound Corner / 10 - Gianluca Codeghini
Sound Corner / 10
Febbraio 2014

Carla Subrizi presenta:
Gianluca Codeghini

Piecemeal - Pezzetti e bocconi, 2008 in progress.
Esecuzione per gruppo vocale a 18 voci.
Performance for 18 voices

6'15"

Versione eseguita da Il Laboratorio Corale di Milano diretto da Susan Lovegrove Graziano, 30 maggio 2012, Galleria Fornello – Milano / Version executed by Il Laboratorio Corale di Milano, directed by Susan Lovegrove Graziano, 30 May 2012, Galleria Fornello – Milan.


Il lavoro di Gianluca Codeghini conduce quasi sempre verso forme di azzeramento, di sottrazione, di “cecità” o “silenzio” o, anche, di provocatoria intelligenza. Questi caratteri, segni (non risultati) dei processi performativi e concettuali che muovono i suoi lavori, azzerano l’aspetto visivo, ovvero quello che sembrerebbe dover caratterizzare l’arte. Occhi, sguardi, vedere sono resi marginali per mettere in gioco, al loro posto, altri aspetti. Dal depotenziamento del vedere, Codeghini ci lascia tuttavia intravedere altri territori estetici. Suoni e ambienti sonori, movimenti più o meno impercettibili e, soprattutto, attivazione di comportamenti, di stati della percezione, della memoria o di concentra/mento (concentrazione), costituiscono i materiali di un lavoro incessante sui processi piuttosto che sugli oggetti. Woofer, neon, pannelli, oggetti diversi articolano trame sempre complesse nelle quali le fasi si intersecano. Il pubblico, trovandosi al centro di situazioni in cui avvengono molte cose, resta disorientato, procede tra aspetti che talvolta invece di chiarire rendono il tutto più complesso. L’eccesso e il silenzio, la durata, il concetto come pratica connessa al corpo, l’uso di suoni, rumori e voce, l’attivazione di processi di relazione e dialogo, l’uso sia delle più sofisticate tecnologie sia del disegno, ci dicono (e non dicono, come direbbe Codeghini) che tutti i percorsi a senso unico sono oramai senza via d’uscita.
Una ipotesi che emerge dunque dai lavori di Codeghini è di produrre silenzio e lentezza a partire da un eccesso di informazioni, di provocare un blocco (dubbio, esitazione) nel flusso quasi fine a se stesso di materiali incongrui, inattesi, fuori dalle aspettative. È proprio questo eccesso di sollecitazione, di stimoli e punti di avvio di partecipazione, che considero come una caratteristica importante del lavoro di Codeghini.


Gianluca Codeghini’s work nearly always leads to forms of nullification, subtraction, “blindness” or “silence”, but also of provoking intelligence. These expressions, signs (not results) of the performative and conceptual processes that inform his works, nullify the visual aspect that would appear to characterize art. Eyes, gazes and seeing are rendered marginal, in order to bring other aspects into play. Although Codeghini depotentiates seeing, he nevertheless gives us a glimpse of other aesthetic territories. Sounds and soundscapes, almost imperceptible movements and the activation of behaviours and states of perception, memory and concentration, are the materials of his ongoing research on processes rather than objects. Woofers, neon, panels and diverse objects structure inevitably complex plots whose various stages interact. When the public find themselves in the middle of situations in which a lot is happening they are disorientated, and have to proceed amidst elements that may make everything more complicated rather than clarifying things. The excess and silence; length; concept as a body-related practice; use of sounds, noises and voice; triggering of relational and dialogic processes, and adoption of both state-of-the-art technologies and drawing, tell us (and do not tell us, as Codeghini would say) that all one-way streets lead nowhere.
A notion emerging from Codeghini’s works is that of generating silence and slowness from an excess of information to cause, almost as an end in itself, an interruption (doubt, hesitation) in the flow of incongruous, startling and completely unexpected materials. It is precisely this excess of provocation, stimuli and constant reinvolvement that I consider an important characteristic of Codeghini’s work.

Carla Subrizi